La banca del tessuto muscoloscheletrico rappresenta, anche per la chirurgia della spalla e del gomito, un preziosissimo ausilio nel trattamento di diverse patologie di carattere complesso, sia in traumatologia che in chirurgia elettiva.
In chirurgia della spalla, ad esempio, si utilizza tessuto osseo come sostegno in caso di perdita di tessuto osseo nativo sia in caso di fratture che di esiti di frattura stessa.
Nelle fratture complesse in osso osteoporotico dell'omero prossimale ci si trova spesso ad avere un deficit di osso spongioso per la sintesi; in questi casi l'utilizzo di un supporto modellato a partire da un cuneo osseo è utile per fornire il sostegno alle tuberosità e poter ricostruire anatomicamente la parte fratturata, ottenendo una fissazione stabile in posizione corretta.
Allo stesso modo, in caso di pseudoartrosi a livello del collo chirurgico omerale, è possibile utilizzare come struttura più complessa una epifisi peroneale che fornisca stabilità alla testa omerale ormai priva di spongiosa e allo stesso tempo anche a livello diafisario, in cui spesso l'osso del paziente si presenta estremamente debole (vedi immagine seguente).
A livello diafisario le stecche offrono, come in chirurgia dell'anca e del ginocchio, un validissimo aiuto alla stabilità in caso di osteosintesi o pseudoartrosi in ambiente con deficit osseo.
Anche a livello del gomito una indicazione particolare è rappresentata dall'utilizzo di capitello radiale omologo utilizzato e opportunamente sagomato a ripristinare il processo coronoideo dell'ulna deficitario. Questa indicazione, oggetto di pubblicazione scientifica dedicata, offre un importante soluzione ad un problema estremamente grave per il gomito, l'instabilità complessa con deficit osseo, e con pochissime alternative terapeutiche (vedi immagini seguenti).
Inoltre è possibile utilizzare dei tendini omologhi per ricostruzioni legamentose che coinvolgono l’arto superiore. Ad esempio, tendini con calibro sottile come flessori ed estensori dell’alluce, vengono richiesti per le ricostruzioni dei legamenti collaterali del gomito in caso di instabilità cronica semplice, cioè nei casi in cui siano coinvolti i tessuti molli e non l’osso.