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Dona la tua epifisi

Il Donatore vivente di osso

Il potenziale donatore è un paziente candidato ad intervento di protesi d'anca. Per verificare l’idoneità alla donazione gli viene richiesto di compilare un questionario anamnestico (storia clinica e abitudini di vita) e firmare uno specifico consenso; si eseguono poi semplici accertamenti laboratoristici di conferma dell’idoneità.

Per la specifica donazione di osso da vivente consulta l’opuscolo informativo dell’Istituto Ortopedico Rizzoli (vedi documento allegato in fondo alla pagina).

Come avviene la donazione

Durante l’intervento, la testa del femore (epifisi femorale prossimale) viene normalmente asportata per permettere l'alloggiamento della protesi; gli operatori di sala operatoria eseguono alcuni controlli di qualità, la confezionano sterilmente e la inviano alla Banca del Tessuto Muscoloscheletrico.

Conservazione nella banca dei tessuti

L’osso viene conservato congelato fino al momento dell’utilizzo. Viene data l’idoneità al tessuto quando tutti gli esami sul donatore e sul tessuto stesso risultano nella norma.

Impianto/trapianto

Quando richiesto dai chirurghi per interventi ricostruttivi, la Banca provvede all'assegnazione ed alla distribuzione dei segmenti ossei risultati idonei.

Al fine di garantire la rintracciabilità prevista dalle normative vigenti, i dati relativi alla donazione, al donatore e al ricevente vengono registrati e protetti, a tutela della privacy, mediante codici unici di identificazione.

Il Donatore autologo

Mentre il tessuto omologo viene prelevato da un donatore diverso dal ricevente, nel caso del tessuto autologo paziente e ricevente coincidono.

Casi di donazione autologa

  • durante l'intervento chirurgico il tessuto necessario per la ricostruzione viene prelevato da un'altra sede anatomica del paziente stesso per essere utilizzato nel corso del medesimo intervento; fornisce tessuto vascolarizzato e a rapido attecchimento, ma in quantità limitata a fronte dell’allungamento dei tempi chirurgici e di una ulteriore ferita; un esempio è il prelievo di osso dalla cresta iliaca o di trasposizione tendinea nel ginocchio;
  • eventuali frammenti di tessuto, asportati durante l’intervento, possono essere conservati a disposizione per il paziente stesso, nel caso il chirurgo ipotizzi un possibile nuovo intervento, a distanza di tempo; un esempio è il prelievo di un opercolo cranico per la decompressione cerebrale, da reimpiantare dopo la risoluzione della patologia;
  • segmenti ossei possono essere recuperati da un trauma; se risultano adatti, possono essere in seguito reimpiantati, dopo un trattamento di pulizia e decontaminazione.

Tutti i segmenti autologhi destinati ad essere impiantati in un secondo intervento devono essere ugualmente gestiti presso una Banca dei Tessuti, secondo la normativa vigente.

Il tessuto ad esclusivo uso autologo, se non utilizzato, al raggiungimento della data di scadenza viene eliminato. In nessun caso viene impiegato su ricevente diverso dal donatore stesso. Il campione viene prelevato e conservato per uso autologo su valutazione discrezionale del chirurgo ortopedico che effettua la richiesta.

Video e documenti allegati

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